La Corte Costituzionale si pronuncia sulla misura e sulla decorrenza di erogabilità della pensione per i totalmente inabili al lavoro

La Corte Costituzionale si pronuncia sulla misura e sulla decorrenza di erogabilità della pensione per i totalmente inabili al lavoro

Un grande passo avanti nel riconoscimento dei diritti dei disabili è stato compiuto grazie alla sentenza della Corte Costituzionale, Presidente Cartabia- Redattore Morelli, n.152 del 23 giugno, pubblicata in data 20 luglio2020, che afferma l’insufficienza dell’importo mensile della pensione di inabilità oggi spettante agli invalidi civili totali ai sensi dell’art.12 co.1 L.118/1971 e determinato in € 286,81.
Tale importo viene qualificato come “innegabilmente, e manifestamente, insufficiente ad assicurare agli interessati il minimo vitale” e pertanto in aperta violazione dell’art. 38 della Costituzione secondo cui “ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto di mezzi necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale”.

Inoltre “l’incremento al milione” (pari ad € 516,46) cui la sentenza invita ad adeguare la predetta pensione, che l’art.38 della L.448/2001 (Incremento delle pensioni in favore di soggetti disagiati) ha già previsto per vari trattamenti pensionistici, andrà assicurato a decorrere dal compimento del 18° anno di età e non già al raggiungimento dei 60 anni. Ciò in quanto la condizione di invalidità civile totale è dipendente da una menomazione pregressa (una condizione patologica intrinseca) e non già dal superamento della soglia del sessantesimo anno di vita.

Per graduare gli effetti della sentenza in relazione alla maggior spesa derivante allo Stato, chiamato a “provvedere tempestivamente alla copertura degli oneri derivanti dalla pronuncia”, la Corte Costituzionale ha precisato che la stessa non avrà effetto retroattivo, pur contestualmente precisando che resta ferma la possibilità per il legislatore di “rimodulare, ed eventualmente di coordinare in un quadro di sistema, la disciplina delle misure assistenziali vigenti, purché idonee a garantire agli invalidi civili totali l’effettività dei diritti loro riconosciuti dalla Costituzione”.
La società civile plaude.

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